Sulle colline della Valconca, a pochi chilometri dal confine marchigiano, appollaiato su di un poggio che degrada dolcemente verso il mare, si trova uno dei borghi più interessanti del panorama della bassa Romagna. Sto parlando di Saludecio, un Comune italiano di poco più di 3200 abitanti, tanto antico da risultare fondato già nell’epoca preromana. Abitando a Cattolica, dove la vita in estate è spesso caotica ed affollata, vado spesso alla ricerca di luoghi come questo che distano pochi chilometri da casa. Addentrandomi nelle campagne, per una piccola gita fuori porta, riscopro la tranquillità della terra di Romagna, sorniona ed allegra, tra un caffè al bar della piazza e una passeggiata tra i murales che adornano gli stretti vicoli del centro.
Ogni volta che salgo verso il borgo, la campagna circostante regala colori e sfumature di grande bellezza, che mi sanno sorprendere per il loro fascino immutato nel tempo. Siamo nella Valle del Conca, un territorio costellato di castelli e impregnato di storia, dimora di casati nobiliari, teatro di battaglie efferate. Tutto questo è possibile respirarlo tra le pesanti mura del piccolo paese di Saludecio ed è facile che la fantasia porti indietro in un tempo vissuto da cavalieri e soldati in armatura. Allora scopriamo chi ha vissuto qui, alziamo il velo di nebbia invernale che copre la valle e andiamo a conoscere un po’ della storia della mia terra di Romagna.
Saludecio Romagna
Tra leggenda e curiosità
Saludecio era una roccaforte malatestiana, dominio della nobile famiglia Malatesta, casato tra i più importanti del Medioevo italiano ed oltre. Questa dinastia dominò per secoli sulla signoria di Rimini, territorio autonomo esistito dalla fine del 1200 al 1500. II XIII, XIV e XV furono secoli di lotte e conflitti per il dominio del colle laudeciano. Infatti, nei periodi di massimo splendore, il dominio malatestiano si estendeva da Cervia fino a Senigallia nelle Marche per poi essere annesso, intorno alla metà del 1500, allo Stato Pontificio. Saludecio è al centro di una corona di castelli difensivi, ultimo baluardo riminese contro la vicina Urbino, terra dei nemici storici: i Montefeltro. Il borgo si trova nel così detto bacino della Valconca o Valle del Conca, un’area geografica che si estende tra la provincia romagnola di Rimini e quella marchigiana di PU (Pesaro-Urbino).
La Valconca racchiude tutto il nostro entroterra romagnolo, per capirci quello che parte a pochi passi da Cattolica, quindi da San Giovanni in Marignano arrivando fino alle montagne della Carpegna. Il nome Saludecio ha un’origine incerta, tante sono le ipotesi, ma la più accreditata è che derivi dal nome di un Santo e per la precisione Santo Laodicio, martire d’Eraclea. Negli atti ufficiali successivi al 1014, Saludecio viene denominata “Castrum Sancti Laudicii”, chiamata dal popolo in volgare San Ludezzo. Pare che addirittura il Boccaccio la citi nel suo Decàmeron, scrivendo nella settima novella della terza giornata, di un tale chiamato Filippo da Sanlodeccio.
Saludecio Romagna
Una curiosità: il Santo da cui il paese prende il nome, in realtà non è mai stato canonizzato dalla Chiesa Cattolica. Non vi è traccia di lui nei libri della Biblioteca Sanctorum, è quindi evidentemente, stato acclamato come tale solo dal popolo e dai suoi fedeli. “La non ufficializzazione del culto potrebbe aver in qualche modo facilitato la storpiatura del nome, a noi giunto nella forma Laudicio.”
Saludecio Romagna
Arte e storia
I Malatesta e i Montefeltro si alternarono duramente al potere prima di cedere ai nuovi venuti capeggiati da Cesare Borgia, poi ai Della Rovere, eredi legittimi dei Montefeltro e, per un breve periodo, ai Veneziani. Nel 1524 lo Stato della Chiesa estese definitivamente il suo controllo anche su Saludecio, supremazia che rimase salda fino al 1859, con una breve interruzione nel 1797 quando la cittadina entrò a far parte della Repubblica Cisalpina. Ma andiamo con ordine: nel 1504, dopo essere passato per le mani della famiglia Borgia, Saludecio è sottomessa al governo di Venezia. Durerà poco perchè, nel 1508 i Veneziani restituirono il territorio allo Stato Pontificio. Se il 1500 sarà per Saludecio un periodo di assestamento, il 1600 lo vede fiorire sia dal punto di vista economico che artistico: siamo in pieno periodo Barocco.
L’intensa produzione letteraria e politica di Saludecio ha lasciato un segno incisivo sul panorama culturale della Valconca. Per lungo tempo il borgo poté considerarsi la Capitale della Valle del Conca. Umanisti come Publio Francesco Modesti e Sebastiano Serico, figurano tra i principali esponenti dei pensatori locali. Passarono per queste terre artisti di valore, uno tra tutti Guido Cagnacci, pittore nativo di Santarcangelo di Romagna, vicino artisticamente al romano Guercino. Due delle sue prime tele sono custodite proprio nel paese, al Museo di arte sacra del Beato Amato. Successivamente nel 1800 sul territorio, si afferma la classe dirigente agraria, la nuova e ricca borghesia. Questa decide di abbellire i propri palazzi e di costruirne di nuovi, ricchi di finiture e pitture, che tuttora si affacciano sulle vie del paese: il 1800 fu così secolo di grande sviluppo urbano.
Saludecio Romagna
Nel 1800 anche l’antico cuore medioevale fu sapientemente restaurato e la cittadina fu dotata di una serie di edifici e servizi pubblici come la Pretura, le Poste, le Carceri, il Palazzo Municipale e il Teatro Condomini. Ancor prima, Rinascimento con la sua molteplice fioritura artistica-culturale, ha lasciato in questo piccolo borgo di Romagna interessanti palazzi nobiliari. Esempio tipico sono il Palazzo Albini (XVI sec.), ex Palazzo della Rovere, con il suo stupendo cortile a colonnato che rimanda alle leggiadre forme del Palazzo Ducale di Urbino. E ancora il Palazzo Riminucci datato 1500, che conserva l’originaria scalinata in pietra a due rampe. Opera del cesenate Achilli è la Chiesa Parrocchiale di San Biagio posta in prossimità di Porta Marina che è anche Santuario del Beato Amato Ronconi.
I Murales
Oggi il paese è ancora un luogo di arte e ingegnosità. E’ possibile ammirare, tra le vie del centro storico, murales stupendi, tutti con un messaggio da raccontare. 50 opere di “street art” realizzate dagli artisti ARPERC, arte per comunicare di Castellabate, sono qui impresse sui muri e dedicate alle invenzioni del 1800. Si tratta di un percorso artistico en plain air, una vera galleria d’arte a cielo aperto, che si snoda tra i vicoli e le piazzette del centro contribuendo a vivacizzare il borgo, donando modernità. A partire dal 1991, queste opere vengono dipinte ogni anno, in occasione dell’ 800 Festival. Gli artisti dipingono a diretto contatto con il pubblico le loro composizioni che vanno ad aggiungersi a quelle degli anni precedenti.
Per la tradizione artistica del “muro dipinto”, Saludecio è stata iscritta a pieno titolo nell’Associazione Italiana dei Paesi Dipinti, visitata dagli appassionati di fotografia e street art come me. Tra i disegni raffigurati nei murales ci sono la nascita del cinema, della fotografia, dell’ecologia, della lametta, della carta igienica, del fumetto. Ed ancora l’invenzione del reggicalze, della pizza Margherita, del tutù e non mancano i brand più famosi come Coca-Cola, i jeans Levi’s, la Violetta di Parma e il cappello Borsalino. Uno di quelli che mi ha più affascinato per la storia che vi è dietro, è “LA PRIMA FABBRICA DI CANDELE STEARICHE datata 1859 di Giuseppe Garibaldi e l’inventore Antonio Meucci. Una storia che dall’Italia viaggia verso l’America, per poi fare ritorno in patria.
Saludecio Romagna
Echi celtici
Le terre di Romagna, Saludecio compresa, furono abitate già dalla Preistoria, come dimostrano diversi scavi fatti, i cui reperti risalgono addirittura all’Età del Ferro. Interessante a mio avviso, è la storia che parla degli antichi popoli Etruschi ed Umbri che qui abitarono e della conquista da parte dei Celti intorno al 350 a.C. L’ondata celtica infatti, a cui i popoli già presenti resistettero fino a quando possibile, determinò la fisionomia attuale della Romagna e del popolo romagnolo. I Senoni, questo è il nome del clan che abitò le nostre terre, una volta arrivati sulla costa adriatica, riuscirono ad occupare un vasto territorio che successivamente venne chiamato dai Romani Ager Gallicus.
A distanza di più di 2000 anni, il popolo dei Celti ha tramandato oltre che diversi usi e tradizioni, anche la lingua romagnola. Questa deriva per lo più dal latino, ma con un consistente “substrato celtico” come scrive il linguista Giacomo Devoto. Non è un caso che a Saludecio ogni anno, in primavera, si tiene una festa di paese chiamata Salus erbe. E’ un appuntamento dedicato tutti gli amanti del naturale, a coloro che cercano cibi coltivati secondo tradizione, a chi desidera prendersi cura del proprio corpo ricorrendo a rimedi antichi. In questi giorni rivivono le musiche e le tradizioni celtiche, ma non solo, sono i colori al centro della manifestazione. La via Roma e la via XXIV Giugno sono associate al verde, quello delle colline romagnole e del benessere. Qui si trovano artisti di strada che si esibiscono su musica celtica ed irlandese.
Saluserbe
La piazza del Beato Amato e il palazzo comunale risplendono invece di un bianco lunare, quello della notte e del cielo stellato d’estate. Il blu del mare è invece il colore di Porta Marina, uno degli ingressi al paese, mentre le mura brillano della potente atmosfera del nero. Il nero delle notti estive e quello del fascino dell’oscurità. I colori dell’arcobaleno ci sono tutti, così come le tradizioni millenarie che qui rivivono ogni anno, portando lo spettatore in un’epoca antica, che fa parte della terra di Romagna. Atmosfere magiche si alternano a spettacoli e mercatini, concerti jazz e la mostra degli astrofili dell’Osservatorio Copernico. Tutti i colori dell’arcobaleno inondano infine il Giardino dei Profumi e Porta Montanara, dove si possono seguire percorsi di filosofie orientali e alternative.
E’ possibile ballare tra le vie fino a tarda notte e a mezzanotte e mezza, inebriarsi con il lancio delle polveri colorate in cielo per un’indimenticabile doccia arcobaleno, avvolti dai ritmi della musica antica. Altre grande occasione d’incontro è l’appuntamento con 800 Festival la prima settimana d’agosto, una grande festa di meraviglie, musica, teatro, mostre, mercatini che fa rivivere nelle vie del paese, l’ atmosfera allegra e spensierata delle operette ottocentesche.
Sulle orme del Santo
Al paese di Saludecio si accede attraverso la Porta Marina, di origine quattrocentesca, incastonata nel maschio della cinta muraria. Sul lato opposto sorge la Porta Montanara e, del medesimo periodo, è anche la Torre Civica, con lo stemma della città in pietra. Proprio davanti a questa, nella piazza centrale del paese, si affaccia la settecentesca Chiesa di San Biagio, una delle più belle architetture settecentesche del Riminese. Nota anche come “piccola cattedrale”. Deve il suo benevolo soprannome alla ricchezza di opere d’arte e oggetti di culto che ne rivestono gli interni. Fra essi spiccano una tela del Veronese e due del Cagnacci, oltre alle spoglie del santo Amato Ronconi. Amato Ronconi nacque a Saludecio da una ricca famiglia, intorno al 1225 e rimasto presto orfano, trascorse la sua giovinezza con la famiglia del fratello Giacomo.
Deciso a vivere secondo il Vangelo, si dedicò in un primo tempo all’accoglienza dei poveri e dei pellegrini, costruendo per loro l‘Ospedale di Santa Maria di Monte Orciale. Questo era un ricovero per pellegrini e malati che, in quella lontana epoca, si portavano per devozione in pellegrinaggio a Roma, sfidando pericoli continui e l’ignoto. Donate poi tutte le sue sostanze ai poveri, si ritirò ad una vita di rigorosissima penitenza. Compì ben quattro pellegrinaggi alla tomba dell’apostolo Giacomo a Santiago di Compostela. Morì nel 1292 all’età di sessantasei anni. Papa Pio VI ne confermò il culto nel 1776. Il 9 ottobre 2013, Papa Francesco ha riconosciuto le virtù eroiche del Beato Amato e lo ha infine canonizzato il 23 novembre 2014.
Saludecio Romagna
Arte sacra
Degno di nota, è anche il Museo di Arte Sacra, presso la Chiesa, dove sono stati raccolti ex-voto, suppellettili come candelieri, lampade, reliquari ed arredi: stendardi e paramenti donati, nel corso dei secoli, dai fedeli del Beato. Il corpo del Santo è qui custodito, intatto, in un’ urna di cristallo. Accanto al Santuario, sulla piazza antistante, si trova una piccola e curiosa Cappella detta Olmo del Beato, dove è conservato un secolare albero che la tradizione fa risalire ad un miracolo del Ronconi. Si narra che un giorno il Beato piantò nel terreno il suo bastone da passeggio e come per incanto, questo si trasformò in un rigoglioso olmo.
Nella parte alta del borgo di Saludecio si erge un altro importante complesso sacro, la Chiesa ed il Convento di San Girolamo. Fondata nel 1640, conserva dipinti settecenteschi ed un interessante affresco, posto nel chiostro, in cui sono rappresentati tutti i Reggenti che si sono succeduti alla guida del convento. Un ipotetico pellegrinaggio ai luoghi sacri connessi al culto del Beato Ronconi non può certo dimenticare il già citato Ospedale di Santa Maria di Monte Onciale, posto nella periferia del paese, adibito oggi a casa di riposo per anziani.
Saludecio Romagna
Guardando le stelle
In Romagna le sorprese non mancano. Se si vuole passare una serata diversa, invece di fare la classica passeggiata sulla riva del mare, c’è un luogo che vi aspetta tra le accoglienti colline romagnole. E’ l’Osservatorio Nicolò Copernico di Saludecio centro di divulgazione della scienza astronomica munito di due telescopi, uno dedicato esclusivamente alla ricerca scientifica. La struttura è stata inaugurata nel 1978 e si è trasformata con il tempo, in una Associazione Culturale che propone eventi e attività dedicate a grandi e piccoli. E’ un luogo molto particolare, dove chi ci lavora lo fa con passione dedicando la propria vita alla scienza e alla scoperta.
Dal telescopio è possibile vedere la luna e i suoi crateri, i pianeti con nebulose come Giove o anelli come quelli di Saturno. Lo spazio profondo con la sua miriade di stelle, comete e galassie sarà davanti ai vostri occhi, nella profondità del sistema solare che fa venire i brividi nel vederlo così vicino. Immergersi in ciò che c’è sopra le nostre teste e che spesso diamo per scontato, è un buon modo di conoscere meglio anche il nostro pianeta Terra, attraverso i racconti fantastici e l’entusiasmo contagioso di chi qui ci lavora. Per chi è interessato a visitare l’Osservatorio, può andare sulla pagina FB o sul loro sito internet e incominciare un viaggio tra le stelle!
Saludecio Romagna
Articolo di Lara Uguccioni