Pasqua romagnola

Siamo in Romagna e qui è finalmente arrivata la primavera e con lei la Pasqua. Per quanto le cose siano diverse, privati della libertà a cui siamo abituati, quest’anno potremo festeggiare con la nostra famiglia che per fortuna abita vicino a casa nostra. Cattolica è vuota, è una sensazione strana per chi come me ha sempre vissuto qui ed è abituato a vederla riempirsi di turisti durante questa settimana che sancisce l’inizio della stagione estiva. Ma la natura sta rinascendo e questo mette comunque una grande gioia, nonostante tutte le avversità che viviamo da diverso tempo. Vedere il sole, sentirlo caldo sulla pelle, annusare l’aria fresca del mare fa sperare in un futuro migliore e io ci voglio credere.

 

Le origini

La Pasqua che noi conosciamo è una festa cristiano-cattolica, ma i cui simboli hanno origini pagane. E’ la festa della rinascita, celebrata in primavera quando la natura si risveglia portando la luce crescente che prende il posto del buio invernale. Proprio come la Pasqua cristiana, in tutto il mondo l’equinozio è salutato da feste e riti legati a leggende sulla morte e la rinascita. Nella tradizione pagana la primavera è rappresentata dalla festa di Ostara, ricorrenza del rinnovamento sia dal punto di vista fisico che spirituale. Ostara è infatti il nome germanico della dea Eostre, simboleggiata dall’uovo, in inglese Easter Egg e signora della fertilità.

I popoli anglosassoni chiamavano il mese lunare corrispondente al nostro aprile: Eostre-monath, incredibilmente simile al termine Easter, il nome inglese della Pasqua, che non è quindi di origine cristiano, ma che indica comunque proprio la festa cattolica. Easter non è altro che Astarte, la dea del cielo nella cultura celtica, Ishtar in quella degli Assiri. I simboli di Ostara, così come lo erano di Ishtar, sono le uova, da cui deriva la tradizione pasquale, l’agnello che simboleggia la resurrezione, la lepre simbolo di fecondità e le farfalle di rinascita. Il simbolo della festa di Ostara è l’uovo, che contiene in se il principio della vita così come è rimasto oggi nella simbologia pasquale.

Proprio come ora, in passato le uova venivano cotte e poi dipinte con colori brillanti e con vari tipi di strisce e cerchi che rappresentavano i cicli della vita, morte e rinascita, venivano poi donate come simbolo di fertilità e buona fortuna. Trovo meravigliosa questa mescolanza di usi, costumi, leggende, riti, religioni che, a mio parere, sono fonte di comunione tra i popoli e non il contrario.

 

Pasqua romagnola

A casa di Lara: la nostra tavola

Ogni anno, quando arriva Pasqua, mi metto all’opera per trovare qualche bella idea per decorare casa e la mia tavola. Spesso i fiori sono sempre la scelta giusta, non si sbaglia mai con un centrotavola profumato e colorato. Poi una bella tovaglia di cotone grezzo  a righe che richiama i teli da spiaggia, perchè viviamo pur sempre a Cattolica, la Regina del mare! Ho tirato fuori il servizio di piatti della mamma e i bicchieri di cristallo, un tocco di giallo e il gioco è fatto. La semplicità a volte è scelta migliore per fare una bella figura senza spendere cifre esorbitanti per una bella mis and plas. Personalmente ci tengo tanto, mi piace mangiare su una tavola apparecchiata con cura, il cuore che ci metto nel fare le cose lo si vede anche da qui.

 

 

Per il pranzo di Pasqua, la casa si riempie di oggetti a tema, come sempre a casa mia durante le festività. Adoro creare, fare a mano piccole e grandi decorazioni, che possano rallegrare gli inviatati facendoli sorridere. Quest’anno ad esempio, la cioccolata fa da padrona, e con una piccola gallinella ed alcune uova ho creato una composizione divertente. Ho preso un semplice vaso, l’ho riempito di paglia da pacchi di due colori diversi, ho comprato una gallina di cioccolata e alcune uova, alcune commestibili altre di polistirolo colorato e ho realizzato un probabile centro tavola da abbinare ad un altro vaso pieno di ovetti di cioccolato da mettere in tavola all’ora del caffè.

Per non lasciare la casa anonima, ho creato una serie di ghirlande da appendere sia in esterno alle finestre che internamente, io ne ho messa una sul camino! Non è difficile, basta un pò di colla a caldo, della paglia, un pò di oggetti che personalmente ho riciclato, perchè non butto via mai niente. Qualche ramo di fiore finto, foglie, ovetti di plastica trovati qua e là, dei pulcini presi su Amazon, pezzi di nastro e tanta fantasia. Ne ho fatte talmente tante e sono venute così carine, che le ho regalate anche a mia sorella e a mia suocera:)

Pasqua romagnola

 

Il menù di Pasqua

Per la domenica di Pasqua abbiamo deciso di non fare il solito pranzo esagerato, con mille portate che poi rimangono giorni nel frigo senza riuscire a finirle. Quindi per antipasto abbiamo iniziato con la deliziosa crescia di Pasqua, fatta nelle vicine Marche, tradizione immancabile di questa ricorrenza. E’ una torta salata adatta ad accompagnare i salumi, il cui ingrediente principale è il formaggio, che sia pecorino o parmigiano grattugiato. Ha una lunga lievitazione, ma è possibile farla anche in casa, io l’ho comprata al forno 😉

Come primo piatto, ovviamente i cappelletti di Paolo, il Re dei cappelletti romagnoli. Sua mamma, cuoca eccezionale, addirittura dice che li fa meglio di lei, quindi sono proprio buoni! In un ottimo brodo di carne, fatto con il cappone, era d’obbligo mangiarli, anche perchè sta arrivando la bella stagione, quindi del prossimo piatto se ne parlerà ad ottobre.

Il secondo piatto è stata una richiesta: il vitello tonnato, uno dei piatti forte della Patrizia, la mamma di Paolo. Lo fa buonissimo, sottile e gustoso, una fetta tira l’altra. Per non parlare della sua insalata russa, tutta fatta in casa, è la preferita di mia mamma Angela, la mangerebbe anche a colazione. Ovviamente, per far credere a noi stessi che mangiamo sano, un pò di carciofi in umido sono stati un dovere. A parte gli scherzi, la verdura sulla tavola non deve mai mancare.

Può sembrare incredibile, ma un pò di posto per il dolce rimane sempre e se non c’è, lo si trova. Ecco che compare sulla tavola il tiramisù con crema al mascarpone, pavesini, perchè a casa mia piacciono di più dei savoiardi, caffè e spolverata di cacao amaro, insomma un classico di fine mangiata. Ma la colomba della pasticceria Padovano di Cattolica è stata la ciliegina sulla torta, era buonissima. Accompagnata da un caffè americano, che faccio rinforzato, è stata la degna conclusione di un ottimo pranzo pasquale.

 

 

 

 

 

 

Pasqua romagnola

 

…e a Pasquetta, grigliata!

Dato che non si può uscire, anche il lunedì di Pasqua abbiamo pranzato a casa e siccome ci piace mangiare bene, Paolo ha acceso il fuocone, come lo chiamiamo a Cattolica …e via di grigliata. E poi erbe di campo, insalatona e ovviamente tanta tanta piadina! Qui in Romagna la gradella viene accesa spesso, sia per grigliare la carne o ancora più spesso il pesce. E’ un modo sano di mangiare, con pochi grassi ed estremamente saporito, direi un’ottima conclusione di queste feste primaverili. In più ci ha accompagnato un magnifico sole e anche se non abbiamo potuto invitare gli amici, abbiamo passato qualche ora in allegria tra di noi.

Un saluto da Daniela, Lara, Angela e Patrizia… le donne di casa mia! 🙂

 

Pasqua romagnola

Articolo di Lara Uguccioni


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