Romagna, i dolci dei morti
Rubrica #vediamociincucina
Finalmente è arrivato l’autunno, il freddo e la voglia di rimettersi ai fornelli. Così come buona parte del resto d’Europa in questo periodo, anche l’Italia festeggia l’arrivo della stagione fredda. Siamo ad ottobre inoltrato, in campagna stanno raccogliendo gli ultimi frutti della bella stagione e ci si prepara tutti a chiudere le finestre e ad accendere il camino. Le maglie diventano più pesanti e le coperte sul letto aumentano: finalmente è arrivato l’autunno! Con lui tornano le antiche tradizioni, quelle del nostro popolo che si preparava alle ultime semine e agli ultimi raccolti. Così come accadeva un tempo, i pastori riportano le greggi nelle stalle e tutto si ferma in attesa del freddo invernale. L’autunno sempre descritto come un momento di grande fascino e di celebrazioni per l’uomo, sin da tempi antichissimi.
In Italia, un detto popolare diceva ci fosse un periodo di dodici giorni a cavallo tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, considerato il termine ultimo delle attività agricole. Con questo periodo iniziava la stagione fredda, la stagione dei morti. Il numero 12 era creduto un numero magico e queste giornate erano vissute come un periodo di stasi, in cui tutto rallenta, per la natura e per gli esseri umani. Per la precisione, parliamo del momento che va dalla vigilia di Ognissanti a San Martino, quindi dal 31 ottobre all’ 11 novembre. Giorni in cui si credeva che i morti potessero far ritorno nel mondo dei vivi e per questo attuavano rituali volti a ingraziarseli per avere favori scongiurando la loro ira. Sì perchè gli spiriti erano sia buoni che malvagi e quest’ultimi, avevano la capacità di combinare guai; era quindi importante ottenere la loro benevolenza tramite dolci e regali da offrire.
Ecco come nascono i dolci dei morti, che qui a Cattolica ancora si cucinano in casa, ma si trovano anche nei forni e nelle pasticcerie 🙂
Romagna dolci dei morti
Le fave dei morti – Romagna dolci dei morti
Le fave dei morti le ho viste ieri al forno su Piazza Mercato: colorate, tonde e fresche erano in bella vista sul bancone. Sono stata tentata di acquistarle, perchè tutti quei colori invogliano a mangiarle. Neanche fossi una bambina! A Cattolica le fanno così: rosa, verdi, gialle e marroni. Le fave dei morti colorate sono un dolce tipico cattolichino. Fatte con le mandorle impastate con zucchero, uova e farina sono un biscotto della tradizione popolare. Gli ingredienti sono pochissimi, sempre a base di mandorle, si trovano anche aromatizzate alla cannella o al limone. E per chi vuole osare può aggiungerci un pò di liquore.
In tempi remoti, quando pochi avevano il privilegio di cuocere al forno, si friggevano. Con l’impasto, privo di mandorle, si formava un lungo grissino. Si tagliavano tanti pezzettini, come si fa con la preparazione degli gnocchetti e si facevano friggere nello strutto. Non le ho mai provate, ma devono essere veramente buone!
Sono dolcetti che si cucinano in questo periodo dell’anno, per commemorare le festività dei defunti e pare che un tempo si preparassero con le fave, da qui ne deriva il nome. Da secoli infatti le fave, per via delle loro lunghe radici che affondano nel terreno, sono ritenute un tramite tra la Terra e il mondo sotterraneo. Considerato un alimento sacro ai defunti, in passato si credeva che nei loro baccelli giacessero le anime dei morti.
La ricetta povera delle fave dei morti …
Ingredienti
Mezzo kg di farina tipo 0,
50 gr di zucchero bianco
1 tazza di latte
1 uovo
scorza grattugiata di un limone
3 cucchiai di olio di oliva
1 cucchiaino di lievito
Si impastano con le mani gli ingredienti in maniera omogenea, l’impasto morbido che se ne ricava deve essere suddiviso in tante pagnottine che trasformeremo in una sorta di lungo grissino.
Tagliamo il grissino in tanti cubetti simili a piccoli gnocchi e su ciascuno di questi “stamperemo” l’impronta del nostro pollice.
A questo punto passiamo a cuocerli in padella. I nostri nonni utilizzavano lo strutto, noi usiamo un buon olio da frittura, se possibile di semi. Appena le piccole fave saranno dorate, le scoliamo su della carta assorbente per poi metterle in un vassoio dove verranno abbondantemente cosparse di zucchero a velo.
Romagna, i dolci dei morti
La piada dei morti – Romagna dolci dei morti
Ancora più caratteristica di Cattolica è la piada dei morti. Non è una piada, ma una focaccia tonda ricoperta da frutta secca. Si prepara in autunno, quando è facile trovare questo tipo di ingredienti.
Le origini
Vi stupirò, ma la piada dei morti ha origini pagane, nate molto prima dell’arrivo del cristianesimo, quando la Romagna era sotto il dominio dei Senoni, popolazione celtica. Questo clan si stanziò in Romagna e in una parte delle Marche intorno al 400 a.c. Guidati da Brenno, si stabilirono nelle nostre terre per almeno 200 anni portandoci usi e tradizioni celtiche. E’ meraviglioso per me poter dire che qui, a Cattolica, era festeggiato il Capodanno Celtico, la festa pagana per eccellenza. Samhain: la fine dell’estate.
Quella particolare notte, considerata come un vero e proprio Capodanno, quindi con feste e riti gioiosi, era creduta una sorta di porta aperta tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Per questo motivo venivano preparati, in omaggio agli spiriti, cibi propiziatori. E cosa c’era di più buono di un dolce? Ecco come nasce l’antenata della “piada dei morti”, giunta con successo fino ai giorni nostri. C’è chi nell’impasto mette il mosto: un bicchiere di vino rosso novello. Cambia il sapore del dolce e presto proverò a cucinarlo, credo sia ancora più buono!
Qui sotto un busto di Brenno, guerriero celtico. Guardate che spettacolo l’elmo con le ali 🙂
Quest’anno ho visto in molte pasticcerie il cartello esposto che pubblicizza questo dolce con scritto: PIADA D’AUTUNNO. La parola morti probabilmente è difficile da “vendere” e purtroppo considerata negativa, quando invece è proprio questa che identifica il vero significato di questo dolce. Il pane è infatti da sempre considerato alimento cardine di ogni civiltà e usato da religioni, culti e storia, oggetto di miti e leggende. Non è un caso che la Piada dei Morti è un pane particolare, arricchito dei frutti autunnali della terra e parla di tradizione, gioia del palato come vera ed unica espressione di una cultura antica e di un rispetto profondo per le radici della nostra terra.
La ricetta antica della piada dei morti
Ingredienti per l’impasto:
250 gr di farina 00
250 gr di farina Manitoba, o di altra farina di grano tenero
120 gr di zucchero bianco
100 ml di olio extravergine di oliva
2 uova
20 gr di lievito di birra
150 ml di latte
frutta secca (70 grammi di uvetta + 30 grammi di pinoli + 80 grammi di gherigli di noci + 80 grammi di mandorle)
Ingredienti per la glassatura:
1 tuorlo d’uovo sbattuto con 2 cucchiai di latte
50 gr di zucchero a velo sciolti in 3 cucchiai di latte
Prepariamo il dolce!
Iniziamo sciogliendo in un pentolino il lievito di birra con l’aggiunta di 1 cucchiaio di zucchero e 2 cucchiai di latte tiepido. È molto importante che non si arrivi all’ebollizione, quindi scaldate il tutto a bagnomaria o su fiamma molto bassa, in un pentolino antiaderente o con il fondo abbastanza spesso. Amalgamiamo insieme tutta la farina, l’olio, le uova, 120 grammi di zucchero, 150 ml di latte (1 bicchiere scarso) e il composto con il lievito.. Versiamo l’impasto in una bacinella e lavoriamolo per renderlo sodo e compatto.
Lasciamolo a riposo sotto una pellicola trasparente almeno una decina di ore. A fine lievitazione riprendiamo l’impasto ungiamolo con olio extravergine d’oliva e stendiamolo in una teglia di circa 30 cm di diametro con carta da forno. Decoriamo la parte superiore con la frutta secca e spennelliamo con un tuorlo d’uovo sbattuto insieme a 2 cucchiai di latte tutta la superficie superiore della piada. Lasciamo il dolce a riposo sul tavolo per circa 2 ore e mezza poi inforniamo in forno preriscaldato statico a 180° per 20 minuti circa. Nel frattempo sciogliamo 50 grammi di zucchero a velo con 3 cucchiai grandi di latte che serviranno per spennellare il dolce non appena sfornato.
Romagna dolci dei morti
Halloween e la Romagna – Romagna dolci dei morti
Un pò per merito dei Celti, un pò per le nostre già radicate tradizioni pagane, Halloween si festeggia in Romagna già dal IV secolo prima di Cristo!
In epoca pre-cristiana, i giorni a cavallo tra ottobre e novembre erano considerati la fine dei raccolti. Si festeggiava e si ringraziava per gli ultimi frutti della terra, indispensabili per affrontare il lungo periodo invernale. Secondo la tradizione celtica la rimanenza degli ultimi raccolti veniva lasciata ai defunti e agli spiriti in visita al mondo dei vivi, ed ai Pùca, folletti dispettosi e malvagi.
Anche tra le popolazioni delle aree rurali romagnole era diffusa la credenza dell’esistenza di piccoli folletti domestici, i Mazapègul, anch’essi molto dispettosi, che facevano il loro ritorno soprattutto durante le ore della notte del 31 ottobre. Le due culture non erano poi così distanti l’una dall’altra ed è così che, la notte di Samhain veniva celebrata dal popolo, preparando tavole imbandite con cibo e dolci, oltre a letti puliti per poter far sentire a proprio agio gli inconsueti ospiti. Si credeva che folletti, defunti, anime benevole e non, erano soliti tornare nelle proprie case o vagare per la città. Bisognava quindi dar loro ospitalità, e chi meglio poteva farlo se non i romagnoli?! Oggi come allora, l’ospitalità della gente di Romagna è famosa! Accogliamo tutti, anche chi non fa propriamente parte del pianeta Terra 🙂
Articolo di Lara Uguccioni
Articolo di #lapiedasisardùn by www.laraimmobiliare.it in collaborazione con la rubrica #vediamociincucina consultabile sul blog di viaggi www.lavaligiagialla.it
Se ne vuoi sapere di più sulla storia di Halloween, qui trovi l’articolo 🙂
Romagna, i dolci dei morti
Se ti piace cucinare o vuoi solo qualche spunto per la festa di Halloween, qui sotto trovi qualche curiosità:
Buon Halloween da Cattolica 🙂
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Romagna dolci dei morti